http://www.gazzettadalba.it/wp-content/uploads/2012/11/FOTO-2-RUOTA-DELLABBONDANZA-410x353.jpg Il motto ispiratore è Tutti insieme si può, ruota dell'abbondanza o della solidarietà. Il nome prometteva a chi vi aderiva soldi facili, così alcuni commercianti, imprenditori, operai o casalinghe, talvolta in difficoltà economiche, versavano in contanti la quota associativa in attesa dei promessi lauti guadagni. I più non sapevano che in realtà si trattava di una catena di Sant'Antonio-truffa, non piramidale ma a cerchi concentrici, spezzata dai Carabinieri della Compagnia di Alba mentre era in procinto di espandersi nelle Langhe e nel Roero. I militari dell'Arma avevano, in giugno, già interrotto una riunione segreta in città, all'interno di uno studio medico, per la Ruota dell'abbondanza. In quell'occasione i militari denunciarono per tentata truffa e altri reati un uomo e una donna che risultarono essere gli organizzatori. Da allora i Carabinieri – non senza difficoltà trattandosi di riunioni organizzate nel massimo riserbo tra conoscenti, amici e persino parenti che simulano di trascorrere una serata insieme a cena – hanno mai smesso di indagare sul fenomeno e l'altra sera sono passati all'azione. I militari hanno localizzato una villa, in una zona residenziale della città, al cui interno vi erano una ventina di persone riunite per partecipare alla Ruota dell'abbondanza. Una volta entrati in casa i Carabinieri hanno identificato i presenti – poi interrogati in caserma – hanno sequestrato alcuni fogli appesi al muro del salotto in cui erano raffigurati i cerchi concentrici della "ruota". I militari hanno raccolto elementi a carico di tre donne e due uomini di Alba, Bra e Torino e il hanno denunciati alla Procura della Repubblica di Alba per concorso nei reati di tentata truffa e violazioni alle norme a tutela dei consumatori. Il magistrato titolare dell'inchiesta è il sostituto procuratore Laura Deodato. Nel corso dell'indagine è emerso che nella villa si erano già svolte 15 riunioni tra decine di adepti. Il meccanismo del raggiro è semplice: vi sono quattro cerchi concentrici suddivisi in caselle frazionate, a loro volta, in 1-2-4-8 spazi per ogni cerchio; ogni casella vale diecimila euro (è tuttavia possibile acquistarne solo mezza od un quarto, ovvero cinquemila o 2.500 euro). Quando otto nuovi adepti comprano le caselle del cerchio più esterno e versano la quota di adesione al soggetto che si trova al centro, questi ritira 80 mila euro – in gergo definiti «il dono» – quindi esce dalla catena con un guadagno di 70 mila euro prodotto in circa sei mesi. Dai cerchi immediatamente esterni a quello centrale (come si vede nella foto allegata) si creano così altre due ruote più piccole che funzionano in modo analogo a quello appena descritto e si va avanti all'infinito. Non è necessario essere dei matematici per prevedere l'esito: la catena, inevitabilmente, prima o poi implode, in quanto già dopo 15 passaggi per alimentarla servirebbe un numero di partecipanti pari al triplo degli abitanti della sola città di Alba; dal 24° passaggio in poi non basterebbero tutti gli italiani e dal 31° non basterebbe l'intera popolazione della Terra. Quindi agli ultimi arrivati che hanno versato diecimila rimane al massimo il solito "pacco". Il gioco dal 2005 è totalmente illegale. La legge 172 del 2005 per i promotori, organizzatori o realizzatori di strutture di vendita che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone ed in cui il diritto a reclutare si trasferisce all'infinito previo pagamento di un corrispettivo, è prevista la pena dell'arresto da sei mesi a un anno o l'ammenda da 100 mila a 600 mila euro, oltre chiaramente a ravvisarsi il reato di truffa ai danni dei partecipanti.
via prastelli http://www.gazzettadalba.it/2012/11/ruota-dellabbondanza-i-carabinieri-denunciano-cinque-persone/ tagtartufonews |
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